Peter Gabriel live Firenze 28 settembre 1980

Domenica 28 Settembre 1980. Il Prato delle Cornacchie, nel Parco delle Cascine di Firenze, si riempie di una folla proveniente da ogni parte d’Italia. Nonostante l’autunno, la giornata vive ancora di un clima estivo e sono le prime ore del pomeriggio, quando mi siedo sull’erba del prato come per una scampagnata domenicale. Sono con amici ed aspettiamo l’evento rock più importante di quell’anno a Firenze. Suonerà Peter Gabriel, consolidato protagonista di una carriera solista di alto livello dopo l’abbandono dei Genesis ormai lontano cinque anni. L’artista britannico, giunto già al terzo album “Peter Gabriel (III /Melt)”, sta ultimando un lungo e già leggendario tour europeo e giunge a Firenze per la sua prima tappa italiana.

Peter sale sul palco verso le 19, ricevendo una prima grandissima ovazione dal pubblico, ed introduce con belle parole la band di supporto, i pressoché sconosciuti Simple Minds, un gruppo di Glasgow agli albori della sua carriera. Si percepisce nitidamente che quell’ensemble ha potenzialità notevoli e diverrà uno dei protagonisti degli ’80, si intuiscono in particolare la versatilità e l’estro di questo gruppo. Jim Kerr, il frontman, sollecita più volte il pubblico ma…inutile girarci intorno, l’accoglienza è abbastanza freddina e la gente reclama Peter. Così, i Simple Minds, dopo circa mezz’ora e cinque brani tratti dai loro primi album, concludono l’esibizione senza particolari clamori, e si comincia a riorganizzare ed attrezzare il palco per Gabriel.

La messianica attesa viene gratificata alle 21.00, quando le note di “Intruder” accendono finalmente il concerto in uno scintillio di luci. Il suono risulta perfetto e l’acustica, nonostante la location che potrebbe far pensare a una sua dispersione, è pressoché ottimale. Qualcuno vicino a noi sussurra che i musicisti per raggiungere il palco siano passati in mezzo al pubblico, ma personalmente, forse anche per la gran mole di gente, non me ne sono accorto. Gli strumentisti sono tutti vestiti con una tuta nera, Peter porta i capelli molto corti, quasi rasati, ed annuncia i componenti la sua band: 

  • Larry Fast (Gabriel lo presenta come Mister “Synergy”, a causa dell’omonimo progetto che vedeva in Fast un pioniere della musica elettronica), alle tastiere e sintetizzatori.
  • Jerry Marotta, batteria e percussioni
  • John Ellis alla chitarra
  • John Giblin al basso elettrico (da sottolineare che di lì a poco questo musicista confluirà proprio nei Simple Minds).

Emozioni a non finire, il live è di qualità assoluta, scorrono via bellissimi pezzi come “I Don’t Remember” dai toni solenni e sfaccettati e “Solsbury Hill” con le sue infinite sfumature. “Modern Life” fa da apripista a momenti più intimisti come “Hundrum” o cibernetici sulle note di “Games Without Frontiers”. In successione fluiscono epici brani come l’inno” Biko” e la volitiva “On The Air”, finchè con la totale e corale partecipazione del pubblico, tra scroscianti applausi, si arriva al gran finale. “D.I.Y.” (tratta dal secondo disco solista), è un crescendo interminabile, un ritmo fortissimo che mette voglia e gioia di muoversi; infatti, il pubblico si lascia trascinare dal vorticoso incedere sonoro avvicinandosi il più possibile al palco. Arriva poi la chiusura con la dolcissima “Here Comes The Flood”, eseguita dal solo Peter al piano, senza l’ausilio della band per un finale carico di feeling, una delle prime volte in cui gli accendini divengono protagonisti nel rendere luminosa la scena.

Gabriel non concede alla platea esecuzioni di pezzi dei Genesis, anche se qualcuno sperava in brani tratti da “The Lamb Lies Down On Broadway”, ma questo non ne inficia la performance, fa anzi comprendere che l’artista veleggia verso nuove direzioni, ha intrapreso ormai una molteplicità di progetti e ispirazioni musicali, anche lontani dal prog raffinato delle origini. Quasi due ore di concerto, una set list ricchissima composta da ben diciassette brani. Estasiati, abbandoniamo il prato, consapevoli di aver assistito a qualcosa che resterà impresso sia nelle nostre menti che nei cuori. Il clima di quel live è qualcosa che difficilmente si dimentica anche dopo tutti questi anni, così come non si è mai affievolita la leggenda vivente di Gabriel, ancora oggi uno dei più capaci artisti dei nostri tempi.

Abitando a Firenze, capita di ripassare in quel posto (in una foto l’area nella quale ebbe luogo il concerto), dove si trova attualmente anche l’Anfiteatro intitolato al compianto giornalista e critico musicale Ernesto De Pascale e sede di numerosi concerti nella stagione estiva. È proprio vero che il tempo a volte non cancella alcune belle sensazioni: 45 anni non sono pochi, ma ogni volta rivive intensa l’emozione di quella magica serata.

Set list Peter Gabriel FIRENZE 28 Settembre 1980:

  1. Intruder
  2. Start
  3. Solsbury Hill
  4. Family Snapshot
  5. We Do What We’re Told (Milgram’s 39)
  6. Modern Love
  7. Not One of Us
  8. Muribund The Burgermeister
  9. Mother of Violence
  10. Hundrum
  11. Games Without Fontiers
  12. And Through the Wire
  13. I Go Swimming
  14. Biko
  15. On The Air
  16. D.I.Y.
  17. Here Comes the Flood